LA CICLABILE DEL DANUBIO: Da Passau (Germania) a Vienna (Austria)
LA CICLABILE DEL DANUBIO
Da Passau (Germania) a Vienna (Austria) L'IDEA Tutto ebbe inizio in una notte buia e tempestosa, o forse era un giorno luminoso e solare, in effeti non ricordo... La mia fidanzata Paola,Santa Donna, mi propose, come progetto estivo, un'idea in apparenza malsana me che si è poi rivelata ottima... Perchè non facciamo le vacanze in bici? Ottima idea pensai, lei in bici ed io col mio 36, ma come facciamo? Dove andiamo? Sulla ciclabile del Danubio, no? Vista la mia ignoranza totale sull'argomento, mi informai sull'Internet e che ti scopro? Che è la più antica e famosa pista ciclabile d'Europa, che copre distanze sovrumane, e che nel tratto Passau-Vienna è scelta da un sacco di persone, comprese famiglie con bambini, per la sua bellezza, sempicità e ricchezza di servizi. L'idea ci piaque, il percorso pareva fattibile, anche se non avevo mai pedalato più di 40km in un giorno.... e soprattutto non ho avevo mai pedalato il giorno successivo al giorno in cui ho pedalato 40 km.... Scegliamo un'altra idea alternativa (la Camargue -che abbiamo poi evitato per nostra fortuna-), da scegliere nel caso in cui sul nostro percorso danubiano fosse impraticabile per pioggia.... 
IL PERCORSO Passau-Vienna, dal confine della Germania alla capitale dell'Austria, lungo il Danubio, per circa 350 km. Non abbiamo tappe fisse o prestabilite, l'idea è di pedalare ogni giorno fino a dove ci va e fermarci lì. Lungo il percorso ci sono decinaia di B&B (GastHof), bar e servizi per “radler”, cioè ciclisti, che lì sono trattati sempre come re. Questa è una cosa che appunto ci ha stupito, la civiltà ed il rispetto massimo che sono rivolti ai (mono)ciclisti. La pista ciclabile scorre a fianco del Danubio, e le macchine erano solo viste in lontanza, oppure rarissimamente incrociate, e si fermavano puntualmente per darci la precedenza ogni volta che ne incontravamo! L'ATTREZZATURA Compriamo per lei una bici degna di questo nome, con 2 borse sul portapacchi dietro, una piccolina sopra queste due, e una borsina sul manubrio.
 Io intanto attrezzo il mio mono, un Nimbus 36”con il Touring Handle T7,blu. Sul manubrio avevo già il contachilometri (doveroso), il fanale (mai usato), borraccia (fondamentale) e campanello(indispensabile).

 Sul retro un bustino grande come il dietro del touring handle. Avevo letto su unicyclist.org che non è una buona idea sovraccaricare il mono con cose pesanti, perchè poi perde di agilità, così ho usato la busta dietro per caricare solo gli attrezzi (il kit in miniatura della Qu-Ax) ed un paio di scarpe di riserva, secondo me fondamentali per ogni gita. Il resto dell'attrezzatura lo sistemo nello zaino, accuratamente scelto dopo milleottocento tentativi, ricordando come nel mio precedente giro plurigiornaliero il problema principale fosse, dopo aver pedalato per ore , il dolore sotto... ai... ecco, il dolore alla sella(!), e riduco al minimo il necessaire...

Mi dilungherò un po' sullo zaino ma sono convinto che meriti attenzioni, visto che era l'unico bagaglio che mi sarei portato dietro, oltre al mono.... Propendo per un 25 litri, bello tecnico, con doppio aggancio sul davanti e spazi per l'aereazione sullo schienale... (nonostante i quali avevo sempre la schiena madida di sudore). Lo zaino contiene: 4 magliette maniche corte 3 paio di pantaloncini corti 1 maglia a maniche lunghe da bici 1 maglia a maniche lunghe di lana 1 maglione 1 paio di pantaloni lunghi 1 giaccotto a vento 4paia di calzini e 4 mutande spazzolino,dentifricio e mini saponetta, che va bene anche da shampoo.... sulle tasche davanti metto macchina fotografica e portafoglio una decina di barrette energetiche e sono pronto! Lascio alla fidanzata in bici il piacere di portare la pompa e una camera d'aria di riserva (nb:se pianificate un giro in 36”, ordinate per tempo una camera d'aria, perchè se sperate di trovarla in giro state freschi...oppure dotatevi dell'apposito kit per le riparazioni! PS:non è mai servita...). Lasciamo a casa sacchi a pelo, tende, stoviglie ecc, optando per soste più rilassanti e con meno peso da portarsi appresso.
Qualche giorno prima della partenza facciamo un giro di prova con la attrezzatura montata, così da testare noi e i nostri mezzi.... La cosa che mi preoccupa di più è un fastidioso male al ginocchio destro, spuntato dopo Molveno, un dolore che pedalata dopo pedalata diventa più forte, che sparisce completamente quando scendo dal mono, ma che si ripresenta letale quando cammino in salita o discesa. Temo che questo dolore possa condizionarmi la vacanza, visto che gli antinfiammatori lo comprono solo in parte. Fortunatamente ho notato che abbassando un po' la sella il dolore sparisce e comunque... si è fatta ora di andare!
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