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Traversata Tamaro-Lema |
Dall'Alpe di Foppa alla Bassa di Indemini
La traversata Tamaro-Lema è un sogno nel cassetto da quando ha cominciato a fare del MUni. L'ultima volta che l'ho affrontata a piedi sarà stato un buon 15 anni fa. Ecco una cartina dei luoghi
Finalmente con Philip e Luisa decidiamo di programmarla per il 1° di novembre, che è anche l'ultimo giorno dell'alta stagione per gli impianti in montagna.
Sabato 31 ottobre Philip mi chiama sconfortato dalle previsioni per l'indomani, effettivamente non promettono niente di buono e decidiamo di trovarci alle 8.30 a Rivera solo se non diluvia! non saranno quelle 2 gocce previste che ci fermeranno.
Quasi non dormo la notte tanta è la voglia di salire. Domenica mattina è veramente uggioso ma non piove. Ci troviamo a Rivera alle 8.20, c'é tempo per un caffè prima che aprano la funivia... Fa freddo e del sole nemmeno l'ombra... ma non ci demoralizziamo in quanto la giornata sarà lunga e ci serve tutto il morale per affrontare la traversata. Alla partenza incontriamo qualche biker che ci lanciano sguardi divertiti. Prima o poi dovrò lanciarmi dalla pista di downhill creata per i mondiali ma ho paura di trovarmi con un biker scatenato infilzato nella mia schiena...
La funivia è lenta e l'atmosfera nella cabina è grigia e silente come fuori. Evitiamo di fare commenti pessimistici e ci rincuoriamo a vicenda dicendoci che forse più in su sbucheremo dalla coltre!
ed effettivamente:
 oooohhhh, aaaahhhh, öööööhhhhh, CHE BELLOOOOO!!!

Immersi tra mari di nebbia e laghetti alpini ci incamminiamo subito in direzione della vetta rinfrancati nello spirito con la gioia che è propria dei bambini che scartano i regali a natale. infatti, appena sbucati oltre le nubi anche la temperatura si è fatta più mite. Così salendo, oltre a fare la rituale foto di gruppo...

...ci fermiamo a giocare col vuoto...


...ed io provo a misurarmi con la salita...

 ...per poi abbandonare non tanto a causa della pendenza quanto dall'asperità del terreno. Camminando e a tratti pedalando (Philip in salita ha usato la bici di Luisa per dei tratti e intanto esclamava: "com'è facile in bici...") siamo arrivati dopo un'ora buona alla capanna del tamaro dove ci fermiamo per una breve sosta. Ne approfittiamo per tirare il fiato, guardarci alle spalle e mangiare qualcosa. Tradizione vuole che vicini alla vetta veniamo raggiunti telefonicamente dal presidente (vedi "una settimana da cinghiali"). Questo ci permette di rivolgere un pensiero a tutti i nostri conoscenti avvolti nella bruma e di renderci conto di quanto siamo fortunati! Inoltre tra me e me ringrazio il foxtown di esistere: più gente s'infogna là la domenica, meno ce n'é in montagna. Durante la sosta decidiamo di aggirare le vette del Tamaro e del Gradiccioli per evitare di dover trascinare la bici e le nostre già stanche membra su dislivelli che possiamo evitare; e che evitiamo anche perchè Philip è senza protezioni sul 29'!

 Dopo la chiamata presidenziale, si riparte, finalmente in discesa in quanto lasciamo ad escursionisti più appassionati la scalata della vetta. Ci tuffiamo a capofitto sul versante est dove parte uno zigzag (ben visibile sulla mappa appena a destra della vetta del Tamaro) bello ripido, stretto e sconnesso che termina con un bellissimo single trail che ci riporta sulla cresta fino alla Bassa di Indemini. Come prima discesa non possiamo lamentarci, anzi: è breve e sappiamo che non scenderemo al di sotto delle nubi fino a sera...



anche Luisa che non è certo una biker esperta ha sfoderato il meglio di sè pedalando ovunque le fosse possibile (in fondo è anche la nostra filosofia in MUni) e per arrivare alla Bassa ci sono ancora dei passaggi dove sono costretto ad usare la mie scarse abilità nel trial:


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